- Prima falsità - "Il Samurai può decapitare a piacimento a qualsiasi vasallo senza dare nessuna spiegazione".
La
realtà è molto meno sadica. Nel codice d'onore del
Samurai o Bushido (Via del guerriero) esisteva quello che si conosce come
Kirisute Gomen, norma che senza dubbio diede luogo a questa esagerazione del cinema
d'azione. Il Kirisute Gomen permetteva al Samurai a farsi giustizia da solo, però sempre dando le rispettive prove del
perchè al so Daimyo (Signore feudale) per giustificare la
sua azione.
I Samurai - come ogni nobile e guerriero -, dependevano dai commercianti e contadini per alimentarsi e vivere, per quello che i
codici delle leggi feudali precisavano che i vassalli dovevano essere
trattati con rispetto e cortesia. Incluso le Kataki Uchi (sanguinarie
vendette tra famiglie nobili) dovevano essere appropriate y supervisionate dallo Shogun prima di compierle.
I duelli con la katana (espada) erano illegali lo stesso quelli con il bokken (spada di legno chee poteva provocare serie ferite incluso la
morte per mano di un esperto). La legge era severa con il transgressore e ne poteva conseguire la sua umiliazione,ed esecuzione pubblica e la destituzione di
tutta la sua famiglia, per quanto nobile fosse.
Salvo
eccezione, i Samurai (servitori) no si dedicavano a tagliare
impunemente le teste dei vasalli che li attorniavano, correvano il
rischio, non solo di essere considerato un assassino e di essere perseguitato come
tale, fino a che i suoi atti potevano portare alla rovina tutta la sua
famiglia.
- Seconda falsità - "Solo i Samurai potevano apprendere e practicare arti marziali".
E'
certo che i Samurai, in base alle loro condizioni di casta guerriera,
possedevano una serie di privilegi: pertanto solo a loro era permesso possedere e portare una katana con se anche in tempo di pace, nei campi di bataglia solo loro potevano montare a cavallo e portare l'armatura (Yoroi), e avevano preferenza nell'ora di entrare in una scuola di arti
marziali e ricevere gli insegnamenti da un maestro; qui terminano tutti i
suoi privilegi.
La questione dipendeva sempre dai maestri o dalle scuole. Mentre
alcune accettavano a qualsiasi discepolo che desideravano apprendere, altri
solamente accettavano ai figli dei Samurai e della classe nobile. Nelle scuole che insegnavano a qualsiasi altra persona, tanto di origine nobile quanto di origine povero, dovevano sottometters a un rigoroso allenamento ed a una ferrea disciplina marziale.
Evidentemente,
per ragioni economiche e culturali, il figlio di un Samurai aveva molta più facilità e vantaggi che il figlio di un contadino o di un mercante
per iniziarssi alle arti marziali e dedicarsi a esse in corpo e
anima; però questo non gli dava il privilegio esclusivo. Di fatti , molti
Ronin (Samurai che non si sottomettevan a nessun Daimyo) solevano vivere la propria vita insegnando arti marziali a chiunque, commercianti, artigiani che potevan pagare i suoi servizi.
- Terza falsità - "I Ninja provenivano da una classe sociale inferiore dei Samurai".
L'origine di questa confusione è molto chiaro, durante le interminabili
guerre feudali tra i daimyo, questi sviluppi strategici bellici molto sofisticati. In un principio affittarono i loro servizi di
delinquenti e banditi per missioni di spionaggio, però non risultavano efficaci per questo non rischiavano la vita per i loro clienti, ragion per cui devevano eleggere ai suoi più preparati,
astuti e fedeli Samurai e convertirli in Ji-Samurai (guerrieri
convertiti in contadini) e utilizzarli come spie.
Questi
dovevano installarsi in territorio nemico e, con una identità falsa e
una doppia vita, commettere atti di sabotaggio, agitazione, spionaggio e
controspionaggio. Per quello che si sa queste familglie furono quelle che fondarono il Ninjutsu.
- Quarta falsità - "I Ninja non prestavano fedeltà allo Shogún ne a nessun Daimyo, erano totalmente indipendenti".
Sebbene è certo che la cellula basica Ninja erano famiglie che si integravano in clan fortemente gerarchizzati, come si vede nelle
falsità precedenti, i Ninja provenivano da famiglie maggiormente
Samurai, eletti per compiere missioni delicate e
sacrificate.
Tutti
i Daimyo che si vantavano apparivano nel campo di battaglila con vari battaglioni di Ninja come truppe di fanteria specializzata in sabotaggio e imboscate.
Non erano indipendenti ne autonomi perche, di fatto, la maggioranza erano Samurai o discendenti degli stessi.
- Quinta falsità - "I Ninja erano spie e assassini e mercenari".
Senza
dubbio ci furono Ninja che si dietero a tale pratica e che offrirono i suoi
servizi al meglio, però la grande maggioranza era fedele al suo Daimyo e
come tale, solo in obbedenzia ai suoi ordini. Sie doveva spiare o uccidere lo faceva, e
con tremenda efficacia; però non per denaro ma solo per onore, dovere y
fedeltà.
I Ninja erano esseri umani, no super uomini. Non uccidevano per denaro, nello stesso modo che i Samurai non uccidevano per piacere.
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